Asse ereditario e cassette sicurezza

Dal momento della morte, tutti i rapporti facenti capo al de cuius, inclusi quelli bancari, rimangono bloccati fino alla presentazione, da parte degli eredi, della dichiarazione di successione.È possibile che il de cuius fosse titolare di una cassetta di sicurezza e anche il contenuto della stessa dovrà esse dichiarato nella denuncia di successione ai fini della determinazione dell’asse ereditario e dell’eventuale pagamento delle relative imposte. 

Se la cassetta è cointestata gli aventi diritto, oltre agli eredi legittimi o testamentari sono anche gli altri cointestatari ancora in vita. Quando muore uno dei cointestatari cessa l’uso disgiunto della cassetta e nessuno può aprirla senza il consenso di tutti gli aventi diritto. Per il caso in cui venga a mancare l’intestatario (ovvero uno dei cointestatari di una cassetta di sicurezza), la banca ha la facoltà di consentire l’apertura della cassetta se non previo accordo di tutti gli aventi diritto, o secondo le modalità stabilite dall’autorità giudiziaria.

Le cassette di sicurezza, dopo la morte dell’intestatario o di uno dei cointestatari, devono essere aperte solo alla presenza di un funzionario dell’Amministrazione Finanziaria o di un Notaio, che si occuperà di redige l’inventario del contenuto, previa comunicazione da parte della banca all’Agenzia delle Entrate, nella cui circoscrizione deve essere redatto l’inventario, del giorno e dell’ora dell’apertura, poiché gli oggetti o valori ivi contenuti concorrono alla formazione dell’asse ereditario ai fini del pagamento dell’imposta di successione. In forza di questa comunicazione, un funzionario dell’Agenzia delle Entrate può partecipare alle operazioni di inventario fatte dal notaio alla presenza degli eredi.
 Se nella cassetta di sicurezza si ritroveranno – oltre al denaro – altri beni mobili di difficile valutazione (ad esempio gioielli o opere d’arte), sarà opportuno richiedere anche l’intervento di un perito che potrà essere nominato direttamente dal notaio oppure scelto dagli eredi.

Deve essere aperta solo alla presenza di un notaio, che redige verbale di inventario del contenuto.

Tale verbale deve essere allegato alla dichiarazione di successione.

La mancata partecipazione di un avente diritto e quindi la mancanza del suo consenso può essere una causa ostativa alla chiusura.

La legge (art. 1840 c.c.) prevede che in caso di morte del soggetto intestatario della cassetta di sicurezza, la Banca che ne abbia ricevuto la comunicazione non può consentire l’apertura della cassetta di sicurezza se non con l’accordo di tutti coloro che ne hanno diritto (gli eredi) o secondo le modalità stabilite dal giudice.

Pertanto, il concessionario non potrà aprire la cassetta, prima di aver fatto una procedura ben precisa che deve prevedere la presenza di un funzionario dell’Agenzia delle Entrate o più spesso un Notaio. Gli eredi che vengono a conoscenza, ad esempio tramite il testamento o la Banca stessa, dell’esistenza di una cassetta di sicurezza, devono rivolgersi al Notaio che provveda alle operazioni di verbalizzazione di questa apertura.

Il contenuto della cassetta dovrà essere dichiarato nella successione e in base al valore saranno pagate le relative imposte. Inoltre, in relazione alle quote di cui gli eredi sono titolari, il contenuto verrà diviso tra essi.

Se ci sono eredi minori, quest’ultimi devono essere autorizzati a partecipare ovvero ad accettare in eredità quanto rinvenuto nella cassetta di sicurezza. Pertanto, i genitori che saranno presenti dovranno consegnare nelle mani del Notaio in Banca l’autorizzazione del Tribunale in originale, a meno che il Notaio non ne sia già provvisto perché ha presentato lui il ricorso.

Qualora all’apertura della cassetta di sicurezza si rinvenga solo denaro o oggetti dal valore facilmente individuabile (quali ad esempio buoni fruttiferi, titoli di credito, il cui valore è espresso), non è necessario un perito in quanto lo stesso Notaio provvederà ad indicarlo nel suo verbale.

Qualora invece si rinvengano oggetti dal valore non determinato (ad esempio gioielli e preziosi), il Notaio sospenderà l’inventario e si attiverà per nominare un perito che individui il valore degli oggetti in questione.

Il Notaio redige l’inventario, che viene poi sottoscritto in forma di verbale da tutti i presenti. Successivamente questo verbale notarile verrà allegato alla dichiarazione di successione e concorrerà alla determinazione delle imposte.

Per quanto concerne i costi strettamente legati alla procedura di apertura della cassetta di sicurezza, gli eredi devono pagare in primis eventuali spese alla Banca, relative alla cessazione del contratto bancario che il defunto aveva stipulato in vita. A ciò si aggiunge l’onorario del Notaio, che varia in relazione alla complessità dell’operazione, alle ore impiegate, al quantitativo di oggetti rinvenuti e all’eventuale presenza di un perito, il cui compito è oneroso.

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